Forte Col Badin, MGGM - Museo della Grande Guerra in Montagna

Progetto degli arredi, dell’allestimento museale e della segnaletica

Chiusaforte (UD), Italia, 2009-2012
Destinazione d’uso: museo, centro culturale per esposizioni e convegni
Cliente: Comune di Chiusaforte
Dimensioni: superficie coperta 1.253 mq
Stato: completato

Gli edifici del percorso espositivo sono rimasti “fissati” nella consistenza materiale a cui erano pervenuti nel 2008. Leggerete sui muri il passaggio delle generazioni che ha accompagnato il processo di invecchiamento del Forte e che è  testimoniato dai graffiti con date e nomi degli artefici, dalle scritte e dai disegni dei militari che hanno prestato servizio al Forte o dalle firme di tanti curiosi, che lo hanno frequentato quando era abbandonato.

 

Gli edifici che oggi abbiamo destinato ad accogliere i visitatori erano quelli al servizio della guarnigione e non all’uso bellico e sono stati resi accoglienti e confortevoli. Qui il nostro intervento è più evidente. Le parti di nuova edificazione sono state marcate con il colore rosso: in questo modo ciascuno saprà distinguere la nuova architettura da quella storica.

 

Oggi Forte Col Badin non è soltanto un museo, ma un centro culturale che può mettere a disposizione dei visitatori spazi dotati di moderne apparecchiature: una foresteria, un bookshop, una caffetteria, una sala conferenze.

 

L’arredo ha forme pure, geometriche, perché non intende introdurre significati nuovi negli ambienti storici né modificare la percezione dello spazio architettonico. È stato usato un materiale tradizionale (il legno di larice), ma trattato in maniera moderna, sbiancandolo.
Fra arredo e allestimento, non c’è distinzione: tavoli e sgabelli si trasformano in pannelli espositori e basi per le teche. Il visitatore deve sempre “sentire” la presenza di un tempo in cui quella era una “macchina da guerra” e la sua forza evocativa.
I pavimenti di cemento levigato e di tavole trattate con la cementite, gli infissi di ferro zincato, gli impianti esterni in tubo di ferro e guaina grigia, scivolano invisibili dentro la storia.

 

La luce, mai omogeneamente diffusa, provoca chiaroscuri per dare plasticità e profondità agli ambienti, i led di colore chiarissimo e stabile permettono un esame obiettivo degli oggetti.

 

I reperti dialogano con le murature storiche retrostanti, a loro volta ricche di altri reperti affioranti.

 

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