Un Forte della Prima Guerra Mondiale ora ospita un museo, una foresteria, un bookshop, una caffetteria e una sala conferenze moderni e accoglienti. Ma le scelte progettuali sottolineano in ogni dettaglio la sua storica funzione di opera bellica.

Forte Col Badin

All’inizio del restauro, Forte Col Badin si presentava come una architettura tetra, corrosa dal tempo, segnata dal passaggio di soldati e curiosi. Era l’immagine della Prima Guerra Mondiale: un conflitto che tutti pensavano sarebbe durato pochi mesi e che invece si trasformò per anni in una battaglia quotidiana nel fango delle trincee.

Il nostro lavoro ha voluto ricordare questo aspetto, che è un tratto comune di tutte le guerre: la miseria, il degrado, la consunzione – e la persistente vicinanza della morte. Restauro dell’architettura, allestimento del percorso museale e predisposizione dei contenuti sono diventati tre momenti di un unico progetto, volto a mantenere l’immagine della guerra.

Abbiamo perciò scelto di “fissare nel tempo” gli edifici destinati originariamente all’uso bellico e oggi al percorso museale, consolidandoli nello stato in cui li abbiamo trovati nel 2008. I muri raccontano il passaggio delle generazioni che hanno accompagnato l’esistenza del Forte: incisi nei graffiti, si leggono i nomi dei militari che hanno prestato servizio al Forte e le firme dei curiosi che lo hanno frequentato quando era abbandonato. Gli ambienti sono volutamente senza riscaldamento o raffrescamento e la visita è un percorso aspro, con passaggi talvolta disagevoli.

In contrasto, abbiamo reso confortevoli le strutture al servizio della guarnigione, che oggi accolgono i visitatori. Le parti da noi progettate sono contrassegnate dal colore rosso, che distingue la nuova architettura da quella storica.

Abbiamo curato le finiture di tutti gli ambienti, mantenendo viva nell’immaginazione dei visitatori la “macchina da guerra” di un tempo: si fondono in modo invisibile con il passato militare della struttura i nuovi pavimenti realizzati in cemento levigato e tavole trattate con la cementite, gli infissi in ferro zincato, gli impianti esterni in tubo di ferro e guaina grigia.

Per non introdurre significati nuovi negli ambienti storici né modificare la percezione dello spazio architettonico, abbiamo ideato un arredo con forme pure, geometriche. Gli dona uno spirito contemporaneo il legno di larice: il materiale tradizionale è stato trattato in chiave moderna, sbiancandolo.

Fondendo mobili e arredi, abbiamo ottenuto degli spazi versatili: tavoli e sgabelli si trasformano in pannelli espositori e basi per le teche.

Questo progetto ha impegnato a fondo le nostre risorse tecniche e creative, ma anche umane, poiché ci ha messo di fronte a un tema che non avevamo mai affrontato: dare vita a un luogo in cui tutto parlava di morte.

CHIUSAFORTE (UD), ITALIA
2007 - 2009
INCARICO
vincitore di concorso
DESTINAZIONE D'USO:
museo, centro polifunzionale per esposizioni, convegni, ristorazione e pernottamento
TIPO DI INTERVENTO:
consolidamento strutturale, restauro conservativo, aggiornamento impiantistico e tecnologico, adeguamento funzionale
DIMENSIONI:
superficie totale del lotto mq. 5.393 mq – superficie coperta 1.253 mq
STATO:
completato
CLIENTE:
Comune di Chiusaforte